Il web ha rivoluzionato il mondo del lavoro. Ma cosa è davvero lavoro sul web? Qual è la differenza fra on demand economy e sharing economy? Com’è possibile regolamentare il settore? Queste sono alcune delle tante domande che hanno portato ala creazione di ForumLavoroDigitale. Abbiamo fatto due chiacchiere con i suoi ideatori per saperne di più.
Come vi avevamo anticipato Venerdì, questa settimana abbiamo avuto il piacere di parlare con i creatori di ForumLavoroDigitale, un progetto interessante e innovativo, che punta a delineare un quadro in un settore di cui si parla ancora troppo poco.
Prima di iniziare con l’intervista, vi rimandiamo al nostro articolo di venerdì in caso voleste saperne di più sull’evento in questione:
[contentcards url=”https://localjob.it/blog/news/forumlavorodigitale-aspettando-22-aprile/”]Come si è creato il vostro team?
Siamo un gruppo di ricercatori, guidati dalla professoressa Patrizia Tullini. Da circa quattro anni, abbiamo orientato i nostri interessi di ricerca verso le professioni digitali e la digitalizzazione dell’economia, campi davvero fertili per le nostre riflessioni sul mondo del lavoro. Quindi, con prospettive diverse e qualche difficoltà iniziale, abbiamo iniziato ad approfondire lo studio di queste tematiche. Stiamo cercando di non fare una ricerca meramente chiusa all’interno delle aule universitarie, ma vogliamo considerare tutti i fenomeni sociali più rilevanti, perché sono questi fenomeni a formare il lavoro e i lavoratori.
Venerdì 22 Aprile, ci sarà il primo incontro di ForumLavoroDigitale, con due ospiti di spessore come Arturo Maresca e Licia Califano, cosa vi aspettate da questo evento?
Questo primo evento si propone di affrontare una grande novità legislativa: la modifica di una norma dello statuto dei lavoratori che si occupa di controllo a distanza. Questa è una norma dai profili tecnici significativi, ma che ha un’incidenza sulla gestione dei rapporti lavorativi e quindi sulle posizioni individuali dei singoli. La tecnologie digitali vengono usate ampliamente per controllare i lavoratori, e riguardo a questa tema, il legislatore ci ha dato delle indicazioni diverse rispetto a quelle in vigore in precedenza. Con Arturo Maresca e Licia Califano, speriamo di avviare un dibattito su questa tematica e di ricevere spunti interessanti per la prosecuzione del nostro progetto. Vorremmo arrivare a creare una giornata più grande di confronto, non solo sul controllo, ma su tutto ciò che ruota intorno all’utilizzo del web per finalità lavorative. Vogliamo avvicinarci all’organizzazione dell’impresa e alle nuove forme di lavoro che ancora non hanno una veste giuridica formalizzata. Perché esistono relazioni lavorative anche laddove non vengono formalizzate.
Il 2016 è stato definito da molti come l’anno della sharing economy, Voi che ne pensate? E’ questa l’economia del futuro? E se sì, come si evolverà secondo voi?
Noi come giuristi ci interroghiamo principalmente su cosa sia la sharing economy e quali siano i confini con la on demand economy. La sharing economy, nella sua versione più pura, sarebbe l’economia della condivisione, un’economia nella quale, per ragioni solidaristiche, si mettono in condivisione beni e servizi. Molto diverso è quando non ci troviamo di fronte a un rapporto peer to peer e un soggetto più forte assume il controllo. E’ un bacino in continua espansione che ha creato nuove possibilità lavorative. A noi interessa particolarmente, nel momento in cui ci chiediamo, cosa della sharing economy sia davvero lavoro. Non tutto può essere considerato come lavoro, ma potrebbero esserci semplicemente delle parti di queste attività che possiamo far rientrare nelle nozione giuridica di lavoro. Da parte degli insiders, considerato che il fenomeno è nato spontaneamente sul web, c’è una sorta di comprensibile resistenza nei confronti di una normazione del settore. La soluzione non è semplice e richiede la considerazione di tutte le sfaccettature; noi ci siamo interrogati sulla possibilità di un’autoregolamentazione, in modo da rendere la normazione più flessibile e meno escludente.
Com’è, secondo voi, la risposta italiana alla sharing economy?
E’ stata presentata in parlamento una proposta di legge che tenta di regolamentare le piattaforme digitali. E’ orientata perlopiù all’aspetto fiscale e concorrenziale, senza dubbio una proposta condivisibile, che però trascura tutte le distinzioni interne e soprattutto l’aspetto occupazionale della questione. E’ un inizio per il riconoscimento del lavoro digitale, ma ancora non vengono presi in considerazione tanti aspetti importanti.
Quanto influisce la digitalizzazione sul mercato del lavoro?
La digitalizzazione da una parte rischia di bruciare tantissimi posti di lavoro, soprattutto nelle attività intermedie, dall’altra, sta creando nuove possibilità lavorative. E’ necessaria una riconversione professionale a livello macro e a livello micro. Ora come ora, il digitale è entrato un po’ in tutti gli ambiti, creando delle figure professionali ibride. L’unione Europea ha iniziato a considerare queste nuove figure, ma non è facile, visti i continui cambiamenti all’interno del settore.
Come si svilupperà il vostro progetto nell’immediato futuro?
Da qui all’estate svilupperemo varie iniziative per far venire fuori queste tematiche. Proveremo a creare un flusso di saperi, non frontale e prettamente accademico, ma, essendo un tema nuovo, crediamo sia utile affrontarlo nella maniera più aperta possibile, discutendone e creando un dibattito costruttivo. ForumLavoroDigitale è una piattaforma dialettica, non una vetrina dove esporre risultati di ricerche già effettuate. Sarà un punto di incontro fra le varie professionalità ed esperienze interessate, in un modo o nell’altro, al mondo del web. Il nostro obbiettivo è dare una veste giuridica al lavoro sul web. Per arrivare a questo risultato bisogna considerare tutte le varie sfumature e portare avanti un processo lungo e graduale. Tutti i contributi utili sono graditi.