Affidarsi ad un tuttofare, ciappinaro o che dir si voglia può essere economico ma anche rischioso, soprattutto quando si parla dei vostri impianti di casa come acqua, luce e gas.
Una persona scarsamente preparata non dovrebbe mai mettere mano ad un impianto, indipendentemente dalla destinazione d’uso.
Il Decreto 22 gennaio 2008, n. 37 del Ministero dello Sviluppo Economico regolamenta tutti i comportamenti da seguire per avere un impianto a norma.
Il decreto definisce quali sono gli impianti in esame:
- Impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell’energia elettrica inclusi gli impianti per l’automazione di porte, cancelli e barriere;
- Impianti radiotelevisivi;
- Impianti di riscaldamento e di climatizzazione;
- Impianti idrici;
- Impianti per la distribuzione e uso di gas;
- Impianti di sollevamento di persone (ascensori, montacarichi, …);
- Impianti antincendio.
Un professionista, per poter lavorare su uno degli impianti, deve essere in possesso di requisiti tecnico-professionali:
- Diploma di laurea in materia tecnica specifica conseguito presso una università statale o legalmente riconosciuta;
- Diploma di tecnico superiore conseguito in esito ai percorsi relativi efficienza energetica;
- Diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo con specializzazione relativa al settore di competenza, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore;
- Titolo o attestato conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione professionale, previo un periodo di inserimento, di almeno quattro anni consecutivi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore.
Al termine del lavoro fatto, solo il professionista abilitato può rilasciare un certificato di conformità. Ma cosa succede se si fa svolgere un lavoro ad un impianto da un professionista non legalmente abilitato?
Innanzitutto non può esserci un certificato di conformità, e questo può portare ad una sanzione amministrativa da 100 ad euro 1.000. Con riferimento all’entità e complessità dell’impianto, al grado di pericolosità ed alle altre circostanze soggettive della violazione può essere applicata una multa che va da 1.000 ad euro 10.000!
Se non volete ritrovarvi con un impianto NON a norma, e quindi rischiare una multa pesante, affidatevi solo ai migliori professionisti certificati che trovate su LocalJob!