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Una gioia intercontinentale

Il venerdì è un giorno particolare. È quel tipo di giorno che o si ama all’inverosimile oppure si odia con tutto se stesso.
Il venerdì segna l’inizio del weekend che, nel caso di uno startupper, è comunque un momento di lavoro e non di riposo.

Questa categoria di giovani pazzi, gli startupper, passa interi sabati e domeniche a riorganizzare idee, pensieri e strategie che i cinque giorni di fatiche hanno partorito; a volte, nel caso essi siano sviluppatori, si riducono anche a sostituire la rilassante compagnia di un buon amico a quella stressante e piatta del proprio monitor, magari zeppo di righe di codice.

Il weekend dello startupper non compensa quindi la vita di sacrifici che egli conduce e, dato che il venerdì è l’addetto ad aprirne le porte, è molto facile che l’imprenditore rientri nella categoria popolata da quelli che detestano il quinto giorno della settimana.

Il succedersi del tempo va comunque a popolare i mesi e gli anni di una moltitudine di venerdì; questa condizione fa sì che ogni tanto, dalla giara delle giornate, ne venga pescata una particolarmente simpatica.

Ma veniamo a noi. La dea bendata ha deciso di estrarre come nostro Happy Friday quello di pochi giorni fa: la giornata del 18 aprile era iniziata come tantissime altre, proseguita con la solita routine e si accingeva a spegnersi come sempre. Ci eravamo già salutati ed io stavo tornando verso casa. In verità avrei dovuto annusare qualcosa di diverso nell’aria, dato che un paio di amici erano venuti a trovarmi a Bologna dall’Abruzzo; infatti…

…squilla il telefono, una notifica di WhatsApp! Sì, ogni giro di amici ha il proprio gruppo su quest’app e lo utilizza per i più disparati motivi. In quell’attimo, in ordine discendente di palpitazioni che mi generano le opzioni, avevo pensato:

  • alle solite polemiche di Riccardo;
  • ad un finto al lupo, al lupo di Andrea;
  • alla descrizione puntuale di un allenamento fisico di Luca;
  • ad un’informazione di Mary riferita ad una richiesta di un nostro cliente.

Sblocco lo schermo del telefono e vedo che la notifica proviene da Andrea. Inizio ad immaginare a come mi rovinerà il weekend ed istintivamente penso al miglior modo per lamentarmene. Nulla di più sbagliato.

Apro l’app e vedo questa immagine:

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La nostra startup è stata selezionata per Start-Up Chile! 

Ho telefonato all’istante ad Andrea per assicurarmi non fosse un suo scherzo – “No, no è vero! Andiamo in Cile!” – Non potete immaginare come la mia giornata sia cambiata, stavamo finalmente vivendo il sogno di essere stati notati all’estero e di essere stati selezionati per un programma così importante.

LocalJob in Chile - Copertina Twitter

Start-Up Chile è un acceleratore di impresa con sede a Santiago, creato dal Governo Cileno, mantenuto dal CORFO (Corporación de Fomento de la Producción de Chile) e finanziato rispettivamente dai ministeri dell’economia, del turismo, degli esteri e dell’interno. Ogni anno l’acceleratore seleziona più gruppi di startup, chiamati generazioni, che accompagna in un processo di crescita della durata di 6 mesi con supporto di 35.000$. In questo periodo le aziende sono messe nella condizione di crescere ed arrivare ad avere una posizione di ruolo nel loro settore.

Il mio (nostro) Happy Friday non poteva essere migliore di questo.

Il lunedì ci ha riservato non solo lavoro ma anche ulteriori sorprese. Abbiamo iniziato a raccogliere informazioni scoprendo che con 1.600 domande pervenute da tutto il mondo, LocalJob è stato l’unico scelto nella penisola a stivale per la generazione 13: per noi rappresentare il nostro paese all’estero non può che essere una fonte di gioia ed orgoglio.

Questo riconoscimento non è solo il frutto dell’estenuante lavoro da parte di tutto il nostro team, ma anche del supporto ricevuto nella nostra vita aziendale da una moltitudine di partner e supporter. Il più grande ringraziamento non può che andare al nostro papà Gian, la prima persona che ha creduto in noi come investitore di capitale, per poi proseguire con l’acceleratore di impresa di Bologna TIM #WCAP e l’incubatore di Imola Innovami. 

Grazie ovviamente anche alla dea bendata. Grazie a lei e alla sua mano che ha effettuato, nell’istante giusto, una strepitosa pesca da quella giara.

Alla fine, comunque, avrei potuto anche immaginare che una notizia simile sarebbe arrivata proprio di venerdì. In fondo… io… il venerdì l’ho sempre amato.

Alessandro Di Teodoro