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Le regole da seguire per la stesura di un curriculum impeccabile

Nel momento in cui ci si dedica alla redazione del proprio curriculum vitae, è indispensabile tenere presente che esso costituisce una sorta di biglietto da visita attraverso il quale ci si presenta al datore di lavoro che si intende “conquistare”. Affinché un CV possa essere ritenuto efficace, esso deve essere in grado di mettere in risalto le abilità – le cosiddette skills, per usare un linguaggio professionale – di chi lo redige, senza apparire esagerato o, peggio ancora, non veritiero.

Se non sai come fare un curriculum vitae, in quale formato, con quali informazioni, leggi con attenzione i seguenti consigli e considerazioni.


Il curriculum europeo

Il curriculum in formato europeo è considerato una sorta di must, ma è bene sapere che non è detto che esso rappresenti sempre e comunque la scelta più indicata: in altri termini, vale la pena di ricorrervi solo nel caso in cui l’azienda a cui ci si rivolge lo richieda in modo esplicito, così come quando ci si candida in contesti pubblici. In tutte le altre circostanze, invece, è più che soddisfacente un curriculum classico, anche perché esso potrà essere personalizzato e adattato in base alle mansioni svolte in passato, alle caratteristiche che si è interessati a mettere in evidenza e magari alle necessità del destinatario.

Breve o lungo?

La brevità – se non è eccessiva, ovviamente – è sempre la soluzione più appropriata, anche perché dimostra la capacità di sintesi del candidato e, soprattutto, la sua abilità nell’andare dritto al punto, senza perdersi in inutili orpelli o fronzoli superflui. Non bisogna mai dimenticare che i selezionatori, almeno nella prima fase di cernita, non dedicano più di mezzo minuto a ciascun curriculum: la loro valutazione, pertanto, non si basa su una lettura approfondita. Questo è il motivo per il quale un curriculum di non più di due pagine è ampiamente sufficiente per raggiungere l’obiettivo. Per concentrare tutte le informazioni da comunicare in un paio di facciate, è bene capire cosa è importante e cosa no, ma anche adottare la grafica migliore, con font e caratteri adeguati.

I curriculum grafici

A proposito di grafica, sono sempre più diffusi i curriculum grafici, per realizzare i quali è possibile trovare su Internet un ampio assortimento di modelli che possono essere scaricati in maniera del tutto gratuita. I vantaggi garantiti da questa soluzione sono numerosi, a cominciare dalla possibilità di organizzare tutti i contenuti in modo preciso. La leggibilità è sempre assicurata in virtù di una chiarezza che viene apprezzata dai selezionatori. Ovviamente, un curriculum grafico è raccomandato soprattutto se ci si candida per un posto che abbia a che fare con il marketing, con il web design, con il disegno o con la grafica, fermo restando che può risultare gradito anche in molti altri contesti. Il formato da utilizzare è sempre il pdf, mentre non bisogna dimenticare di inserire nel messaggio di posta elettronica una lettera di presentazione, in cui illustrare le ragioni per le quali si è interessati a essere assunti dall’azienda.

E la foto?

La foto va messa o non va messa nel curriculum? Una risposta universale a questo dubbio amletico non c’è: in generale il consiglio è quello di metterla, anche se non si tratta di un obbligo da rispettare a tutti i costi. Come è facile intuire, una foto è pressoché indispensabile se la mansione per la quale ci si propone è di front office, con un contatto con il pubblico che presuppone un aspetto ordinato e curato: insomma, la classica bella presenza, che non impone di essere fotomodelli, ma solo di dare una bella impressione attraverso il modo in cui ci si pone e in cui ci si veste. Il formato fototessera è quello da preferire: ovviamente da bandire le foto con pose ammiccanti tipiche dei social network.