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Consigli utili nella scelta della caldaia di casa

Rivolgersi ad un tecnico specializzato quando si tratta di installare la caldaia in casa propria è assolutamente necessario, ma conoscere i modelli che il mercato mette a disposizione, e le relative caratteristiche, ci permette di fare una scelta consapevole, che può avere ricadute importanti sia a livello economico che di benessere abitativo: ecco allora una serie di consigli utili nella scelta della caldaia di casa.

Le tipologie di caldaie disponibili sul mercato

Cominciamo con l’analisi delle diverse tipologie:

1. Caldaia a condensazione
Sfruttando i fumi e il vapore acqueo prodotto per il riscaldamento (circa l’11% dell’energia consumata) questa tecnologia consente di ridurre l’impatto ambientale e le spese.
Infatti, a fronte di un costo per l’acquisto che va dai 600 ai 3500 euro (cui si aggiungono quelli dell’installazione), è possibile risparmiare il 15-20% per produrre acqua calda a circa 80°C, il 20-25% per acqua a 60° C, e addirittura il 40% per impianti che lavorano a bassa temperatura (30-50° C).
Inoltre, a far rientrare dei costi iniziali concorrono anche le detrazioni fiscali. Per maggiori info sui prezzi vi rimando a questa risorsa specifica sui costi di una caldaia a condensazione.

2. Caldaia a camera aperta
L’aria comburente viene prelevata nel locale stesso in cui avviene l’istallazione, per cui la caldaia deve essere munita di una canna fumaria per la dispersione all’esterno dei fumi: ecco perché si adotta quasi esclusivamente la collocazione esterna.

3. Caldaia a pellet
Numerosi sono i vantaggi di questa soluzione:

  • un rendimento energetico superiore al 90% rispetto alle caldaie
    tradizionali
  • elevato potere calorifico
  • economicità del pellet
  • impatto ambientale più contenuto rispetto a GPL o metano
  • facile installazione.

Tuttavia, è doveroso citarne anche gli svantaggi:

  • il costo, che oscilla tra i 2500 e i 4500 euro
  • le dimensioni del dispositivo, decisamente ingombranti.

Proprio le dimensioni sono uno di quei parametri che consentono di distinguere tra caldaia a pellet e termostufa a pellet: quest’ultima ha grandezza ridotta e un serbatoio “contenuto” che ne consente l’installazione interna, a differenza della prima che va installata all’esterno, in uno spazio dedicato, per via delle dimensioni (si pensi che il serbatoio può contenere fino a 2 quintali di pellet).

 

caldaia-condensazione

 

4. Caldaia ad accumulo
Caratterizzata dalla presenza di un serbatoio di acqua calda, è pronta all’utilizzo in ogni momento, a differenza delle caldaie tradizionali che si azionano solo quando si apre un rubinetto dell’acqua calda.
Questo consente di ridurre lo spreco d’acqua e offre la possibilità di utilizzarla contemporaneamente in due punti diversi. Il maggiore svantaggio invece è rappresentato dall’ingombro.

5. Caldaia ad incasso
Soluzione adatta principalmente a chi ha poco spazio esterno, giacché prevede l’installazione direttamente all’interno del muro (con apposito armadio a scomparsa).
Il sistema prevede inoltre uno scarico dei fumi (posto lateralmente, frontalmente o nella parte superiore) e un apposito comando installato in casa che permette l’azionamento dall’interno.

6. Caldaia multicombustibile
Non solo GPL e metano, ma come visto anche pellet e altri biocombustibili di derivazione animale o vegetale, come il nocciolino, un prodotto ricavato dalla lavorazione degli scarti della spremitura delle olive, da utilizzare nelle caldaie multicombustibile (cioè alimentabili, come suggerisce il nome, con due diversi combustibili).
Questo ne determina i vantaggi. Ad esempio il costo per l’alimentazione, che si riduce di circa il 70%. Il livello di coibentazione, che permette di sfruttare al massimo il calore prodotto.
L’autonomia garantita, grazie al serbatoio di 20 kg (a cui volendo se ne può affiancare un altro da 30).

7. Pompa di Calore aria-acqua
Per il riscaldamento dell’ambiente in inverno, la pompa sottrae calore dall’esterno fornendolo agli spazi interni (per far ciò può adoperare sia energia elettrica che gas).
È indubbio che i prezzi di installazione sono ingenti (a partire da 700-1000 euro), e tuttavia si può risparmiare fino al 75% sulla bolletta elettrica.

Come regolare la caldaia per risparmiare
Certo, tanta parte dipende dal tipo di sistema che si è installato, ma come bisogna regolare il riscaldamento per risparmiare?
Per stabilirlo bisogna capire quali sono le proprie esigenze e le caratteristiche dell’ambiente in cui la caldaia è (o dovrà essere) istallata. In particolare:

  • La caldaia servirà per il riscaldamento, per la produzione di acqua calda o
    per entrambi?
  • Qual è il numero di servizi presenti in casa?
  • Quanto tempo si trascorre dentro durante il giorno?
  • La caldaia sarà collocata all’esterno o all’interno dell’abitazione?

E ancora bisogna considerare:

  • la zona geografica e l’esposizione: la temperatura esterna influisce sulla dispersione del calore della casa
  • le caratteristiche della casa: l’isolamento termico della struttura, gli infissi, la grandezza ecc.
  • età e tipologia degli impianti.

Ma detto in parole semplici, cosa fare per risparmiare? Meglio tenere sempre accesa la caldaia al minimo per più tempo, oppure spegnerla ed azionarla solamente per qualche ora quando ce n’è bisogno?
Anche in questo caso dipende:

  • dal tipo di impianto di riscaldamento e della caldaia (veloce come i radiatori o lento come il riscaldamento a pavimento?)
  • dalla temperatura di partenza (per riscaldare da 5 gradi a 20 si consuma di più che per mantenere la temperatura fissa sui 18-22 gradi)
  • dalla presenza o meno dei termostati (se sono in ogni stanza o se ce n’è uno solo per tutta la casa).

Sarebbe buona norma impostare una temperatura per una fascia oraria di giorno, se siamo presenti in casa, e una notturna più bassa (intorno ai 16-18 gradi, che in inverno aumentano a 20-22).

Se si vive in condominio ed è presente un’unica caldaia, è previsto per legge che i condomini installino delle valvole termostatiche con le quali è possibile regolare la temperatura di ciascun immobile, potendo così scegliere se far accendere la caldaia due volte al giorno, oppure lasciarla azionata continuativamente (così da ridurre il consumo di gas necessario per far tornare di nuovo la caldaia a regime, dopo lo spegnimento).