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Tutti la usano, ma pochi sanno com’è nata: la lavatrice.

Sei curioso di avere maggiori notizie sul protagonista del quiz LocalJob #AntichiStrumenti, pubblicato la scorsa settimana su Facebook? Ecco un approfondimento sull’oggetto misterioso: uno dei primi prototipi di lavatrice. 


In maniera un po’ ironica e scherzosa, facciamo parlare la lavatrice e le lasciamo raccontare la sua storia.

 

“Ebbene sì, sono una lavatrice. Primo modello della storia! Das ist Güt, direbbe il mio inventore. 

Sono stata progettata nel lontano 1767 da uno scrittore lettone Gothards Frīdrihs Stenders e da un teologo di Ratisbona (Sud-Est della Germania), Jacob Christian SchäfferVi aspettavate nomi più altisonanti, non è vero? Beh, ho una notizia per voi: Leonardo Da Vinci non ha inventato tutto quanto (anche se c’è andato vicino…)!

Non ero nulla di speciale a quel tempo, soltanto un banale apparecchio in legno con una rudimentale centrifuga manuale. Quand’ero giovanissima, i miei creatori vollero darmi uno stampo prettamente “umano”. Vi spiego: le prime lavatrici furono sviluppate seguendo il principio basilare della riproduzione del gesto meccanico delle lavandaie, cioè lo sfregare i vestiti con sapone solido. Una mia sorella italiana, più giovane di me, fu creata nel 1851 a Napoli utilizzando proprio questo principio. In uso presso il Real Albergo de’ Poveri su modello di Luigi Armingaud, era in grado di lavare fino a 1000 camicie e 2000 lenzuoli. Purtroppo non durò a lungo: iI motivo della sua scomparsa fu l’inadeguatezza della tecnica dello strofinamento per la salvaguardia dei tessuti. Essenzialmente, il continuo sfregamento dei vestiti dentro la centrifuga in legno portava una forte usura dei tessuti, e i Re dell’epoca non approvavano!


Per chi se lo fosse perso, questa è la foto postata la scorsa settimana nella nostra pagina Facebook:

Antichi strumenti_lavatrice


Dopo questi avvenimenti, un signore americano di nome William Blackstone costruì una mia cuginetta più giovane basandosi su un principio del tutto inedito, quello di forzare la soluzione detergente attraverso le fibre dei tessuti agitandoli e “sbattendoli” attraverso l’acqua (di modo che l’acqua entrasse nelle fibre dei tessuti con vigore e ne prelevasse lo sporco). Chiaro no? La mia cuginetta americana era essenzialmente un barile di legno all’interno dei quale i panni immersi in acqua saponata venivano mossi da un asse dotato di pioli, azionato a mano. Blackstone si appropriò così del titolo di primo costruttore di noi altre lavatrici!

Ah, mi stavo scordando dell’altra mia cuginetta. La lavatrice con modello a vasca unica e cestello ad asse orizzontale, tipicamente europeo. Inizialmente non ha riscontrato grande successo negli USA, dove anche per le automatiche si è proseguiti con la produzione e quindi l’uso preferenziale di lavatrici ad agitatore (la mia cugina americana), anche se ci sono aziende (Bendix, Westinghouse, Whirlpool) che hanno realizzato numerosi modelli a cestello ad asse orizzontale. In Europa, invece, la produzione della lavatrice a vasca unica è stata ripresa in Germania e in Italia, portando la tecnologia a sviluppare le lavatrici a cestello con carico alto oppure con carico anteriore.

Vi voglio raccontare un aneddoto molto simpatico: quando la mia prima nipotina italiana è stata progettata nel Belpaese, stiamo parlando del lontano 1946, fu scambiata inizialmente per una macchina per montare la panna a causa della grande quantità di schiuma che produceva!

 

E così, oggi mi conoscete tutti. E adesso sapete persino gli episodi più importanti che mi hanno portato a diventare l’elettrodomestico più conosciuto ed utilizzato in tutto l’Occidente. D’altro canto, se in questo momento indossate abiti adeguatamente profumati e puliti lo dovete alla vostra lavatrice, che poi sarei io!”

La “Lavatrice”, per LocalJob