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Il Viaggio Infinito

Missione viaggio compiuta!! Incredibilmente siamo riusciti a raggiungere la nostra base cilena sani, salvi, integri e senza aver perso, a causa del viaggio, quel poco di sale in zucca che ci era rimasto.

Scusate se ci facciamo vivi solo ora, ma una settimana era veramente necessaria per riprendersi stavolta; ora non divaghiamo però, iniziamo con la storia!!

Gli ultimi giorni in Italia li abbiamo passati a riempire le nostre valige come se non ci fosse un domani, non sto qui a raccontarvi i giri di telefonate per vedere chi portava cosa, per sapere se c’era una moka disponibile, per capire cosa era più necessario e cosa meno; insomma il classico disagio di qualcuno che parte in vacanza per una decina di giorni (il tutto però moltiplicato per 100). A questo mal di vivere generale si è aggiunta la mia necessità di dover traslocare, trasloco anomalo devo dire dato che, ad oggi, i miei pacchi sono sparsi tra Imola, Bologna e resto dell’Emilia.

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Un piccolo documento del disagio

Nella totale “mala organizzazione” (passatecela, non è facile trasferirsi dall’altra parte del globo) siamo riusciti alla fine ad accordarci per un incontro attorno alle 18:30 del 14 giugno in stazione a Bologna. Ha inizio proprio a quest’ora il nostro tour de force.

La prima parte del viaggio è caratterizzata da una scomoda percorrenza su un regionale Bologna-Milano, riusciamo però a renderla simpatica ridendo, scherzando, mangiando e bevendo (si sa che il regionale di Trenitalia è una grande casa mobile, gente che urla, mamme che allattano, uomini scalzi, bambini che corrono per il “corridoio”, io che stappo una birra e tutte queste cose qui…). Arriviamo alla stazione centrale di Milano, essendoci alzati “millantatre” minuti prima visto che il treno effettuava una fermata a circa ogni palo della luce; qui una simpatica scoperta: la coincidenza con la compagnia Trenord è al binario 2 e noi siamo al 22, con circa due valige e uno zaino a testa. Poco male… …con il formicolio alle mani riusciamo a raggiungere il nuovo treno, posizionarci, scrutare le persone attorno, riuscire a capire dove fermarci e scattare un paio di foto.

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Comodi QR code a terra della regione Basilicata

Ok, ok, ok, siamo arrivati a Malpensa adesso, siamo ancora carichi e decidiamo di conquistare un posto calmo e tranquillo; lo facciamo “buttandoci” i nostri bagagli!!

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Un piccolo passo per LocalJob un grande passo per la comunità Start-Up mondiale 😀

C’è anche il tempo per un momento per uno spazio ludico e gioioso, fare i cretini pesando le valige e giocare ad una sorta di Ok, Il prezzo è Giusto!”, vabbè è vero… …manca Iva Zanicchi, ma non state troppo a sottilizzare; quel che conta è che il vincitore è, udite udite, Alessandro!! Il peso massimo concesso è 23 kg e provate a sbirciare nella foto 🙂 :-)…

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The perfect man

Torniamo a noi però! Come detto in precedenza, avevamo scelto quel posticino perché veramente tranquillo. Nulla di più sbagliato!! Mezz’ora dopo arriva un gruppo di cubani che bevono birra, urlano come dei pazzi (non importa a che distanza siano) e ridono senza motivo; sembra di essere tornati sul regionale di prima! Comunque, la missione di Andrea, Mariagrazia e Riccardo è rimanere svegli fino alle 3 di notte e guardare l’ultima puntata di Game of Thrones, la mia invece è quella di guardarli senza svenire di noia.

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Pathos (del mio ginocchio)

Mission Complete!! I ragazzi hanno visto la puntata e io sono vivo. Ora dobbiamo aspettare le 7 di mattina per i controlli e poco male se hanno fatto un errore nello scrivere mio nome e non ho potuto procedere online al Check-in, non c’è differenza tra chi lo ha fatto e chi no (se non per il gruppo di imbarco). Ci fanno mille domande, depositiamo i bagagli e siamo nell’abitacolo!!

Decolliamo, direzione Miami, e subito iniziano a darci snack di dubbio gusto e caffè che assomiglia a melma (a me non piace la melma, ma dopo il primo caffè mi sono sentito come assuefatto ed ho continuato a prenderne). In quel volo conosco una di quelle cose che pensavo non esistessero realmente, come miti e leggende che nessuno ha mai confermato; sì, sto parlando della pasta con il ketchup (o forse era salsa barbecue). In breve, passiamo circa 12 ore a mangiare, bere e senza dormire.

Eccoci, siamo a Miami!! Questo solo dopo aver passato i controlli per l’immigrazione degli U.S.A., mi aspettavo di peggio, ma forse non è stato così perché in fondo non siamo delinquenti (un punto a nostro favore!! 😀 :-D). A Miami abbiamo 6 ore di attesa e decidiamo di passarle girando per il Terminal, è immenso!!! Incontriamo vari “negozietti” e posti in cui è possibile cibarsi. Il più curioso è quello in foto.

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Ristorante con crisi di Identità

Il nome, raddoppiando la “T”, è palesemente in dialetto abruzzese, offrono cucina cubana e uno dei loro piatti è la baguette italiana… …ehm?!?!?!?? Come? Ma la baguette non è francese? Ma la cucina non era tipica cubana? Perché dovrei mai mangiare in un posto che si chiama così? Pieni di dubbi continuiamo il nostro giro, la noia arriva subito però; ergo, una nota di merito ad Andrea per aver acquistato il diritto di connettersi al Wi-Fi dell’aeroporto, con il web il tempo vola.

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Fauna marina, arte in aeroporto di Miami

Arriva l’ora del secondo Check-in, ci imbarchiamo. Quello che vogliamo fare a bordo è dormire, dato che abbiamo seguito il percorso della luce e non vediamo la notte da parecchio. Sembra tutto ok, ma io, Andrea e Riccardo capitiamo dietro a tre bambini irrequieti. Passiamo le prime due ore ad imprecare sotto i baffi, potevamo anche urlare dato che eravamo gli unici italiani su un Boeing 767 (d’altronde chi va in Sud America quando sta iniziando in europa l’estate e lì l’inverno?). Nel mal di vivere generale causato dai bambini, più lontano c’è Mariagrazia che se la gubbia (termine emiliano-romagnolo per indicare che si sta dormendo) di brutto!!

In orario!! Arriviamo alle 07:00 del 16 giugno (ore locali) in aeroporto. Andiamo ai controlli e benché Riccardo sia titolare di un visto lavorativo della durata di un anno, gli rilasciano un simpatico tagliando che intima di lasciare il paese entro 90 giorni (appare anche una dicitura riguardante la Copa América, perciò caro Russo quel che voglio dirti è: “Buona visione!”). Usciamo all’aria aperta finalmente, dopo aver prelevato dei soldi locali per pagare lo spostamento da lì alla nostra nuova casa.

Il primo passo è un pullman, la linea si chiama Centropuerto, il posto per i bagagli è microscopico ma la corsa costa veramente poco, circa 2 euro. Entriamo nel trabiccolo e facciamo il biglietto direttamente all’autista, quest’ultimo però non ci rilascia alcuna ricevuta; ci sembra strano, ma pensiamo che in Chile vada così. Udite udite, non è così!! Inizia a passare un controllore a chiedere il biglietto e tutti lo hanno, tutti tranne noi!! Arriva il nostro turno, noi non parliamo spagnolo e lui non parla inglese… …andiamo a gesti e dopo una decina di secondi ci dice: “No ticket? No problem!”… …passa avanti e noi rimaniamo perplessi, in tutto ciò c’è l’autista, a cui ho pagato il biglietto, che mi guarda… …prima nota da prendere: in Chile gli autisti sono cattivi e i controllori buoni. Se questi fosse stato della TPER, ci avrebbe spennato ben bene.

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Il controllore amichevole

Il pullman ci lascia alla sua ultima fermata Los Héroes (che noi pronunciamo malissimo ovviamente). Da qui proviamo a prendere la metro, ma sembra come in quel video in Cina e con i nostri bagagli non riusciamo. Risaliamo in superficie e prendiamo un taxi.

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Taxi pieno modalità uovo

L’autista non è contento del fatto che abbiamo messo valige in ogni dove, ma ci porta a destinazione. Siamo arrivati a casa!! Ma non è ancora finita!!! Per un contratto d’affitto c’è da passare dal notaio qui in Chile, andiamo con i padroni di casa e con la ragazza dell’agenzia che ha in mano l’appartamento nonché nostra traduttrice spagnolo-inglese (nazionalità tedesca, non capisco nulla quando parla). L’ufficio notarile è strano, c’è da prendere il numero come alle poste e la fila scorre in maniera velocissima, sembra di essere davanti ad una catena di montaggio. Fatto sta che firmiamo, lasciamo le nostre impronte digitali, usciamo e siamo finalmente liberi di riposarci un po’.

Sono le 12:00 (ora Cilena) del 16 giugno, il che significa che il viaggio è durato 46 ore e mezzo. Distrutti ci facciamo una doccia e attendiamo la notte.

Ora è gia passata una settimana, qui è tutto bellissimo e la gente è fantastica. Da buoni italiani abbiamo già incontrato i nostri connazionali per un paio di cocktail e una cena (grigliatona al 24^ piano di non so quale comune di Santiago).

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Una nuova famiglia

Quindi… …aspettando anche Luca… …che l’avventura abbia finalmente inizio!!