Felice Mulfari, imbianchino da oltre 30 anni, titolare della ditta Mulfari Felice Imbiancature in provincia di Monza, stava subendo come tutti i suoi colleghi la crisi economica del settore edilizio. E’ in procinto di chiudere l’azienda quando il figlio Diego, esperto di web marketing, lo convince a incrementare la sua presenza sul web. In questo modo, in pochissimo tempo è riuscito a salvare l’azienda ed ora è il primo imbianchino 2.0 d’Italia.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Diego, che ci ha raccontato la sua storia.
Nel 2010, lavorando in un ufficio marketing, ha notato una gran numero di ricerche su Google in merito ad imbianchini nel territorio di Milano (circa 2000 ricerche al mese) e poca offerta sul web.
Non c’era nessun sito o blog di riferimento che spiegasse bene il mondo degli imbianchini, per questo ha deciso di rinnovare il sito web del padre, ha aperto un blog e una pagina Facebook della ditta.
Ora la sua storia di successo viene raccontata in tutti gli eventi di web marketing, come esempio per sfruttare in tutti gli ambiti le potenzialità del marketing 2.0.
E’ stato facile convincere tuo padre?
E’ stato un disastro! Immagina un uomo che per 30 anni ha lavorato in un certo modo e a determinati prezzi. Era il classico Mulfari Felice Imbiancature ancora fermo agli anni ‘90, quando si vendeva tutto a tutti.
Ho cercato di fargli capire che dovevamo diversificarci o specializzarci in qualcosa, altrimenti non saremmo andati da nessuna parte. Inizialmente non mi voleva ascoltare, non concepiva l’idea di abbassare i prezzi e aveva molta diffidenza verso i clienti che inviavano richieste tramite computer.
Quando è riuscito a capire che in realtà dietro ad un computer ci sono persone vere, piano piano la situazione è migliorata e di conseguenza anche la nostra situazione economica.
Oltre al caso di tuo padre, come percepisci la situazione nel vostro settore?
In Italia non c’è cultura digitale, bisognerebbe ripartire da zero. Da una parte trovi tantissimi analfabeti digitali e dall’altra c’è una grande richiesta tramite applicazioni o portali come LocalJob.
Bisogna fare informazione, aiutare a far capire quanto sia importante porsi sul mercato in modo corretto con l’aiuto delle nuove tecnologie, questa secondo me è la strada che bisogna percorrere per sconfiggere la crisi.
Dall’apertura del tuo blog, quanto tempo è passato prima di ottenere un aumento della clientela?
In realtà il blog è servito solo per ottenere visibilità da parte di chi era interessato ai nostri argomenti, in parallelo ci è voluto il sito internet e l’iscrizione ai portali di preventivi come LocalJob.
Dopo 1 mese dall’iscrizione ad uno di questi portali abbiamo portato a casa il primo cliente e da lì abbiamo realizzato che queste iniziative funzionano. Il blog è sempre stato un mezzo per aumentare la conversione da curiosi a clienti, serve a presentarci con originalità.
Continuate ad utilizzare questi portali? Che idea ti sei fatto?
Si certo, sono fonte di contatti, la benzina per la nostra attività, tutti i giorni riceviamo contatti e richieste, il nostro obiettivo è convertirli in clienti. Ovviamente nel nostro settore è difficile ottenere un cliente fisso perché lavori come la tinteggiatura della casa casa si fanno poco spesso nel tempo , però capita che un cliente soddisfatto richiami anche per altri tipi di lavori come interventi su tapparelle o persiane.
Queste piattaforme sono strumenti molto potenti ma occorre una buona strategia economica. Inizialmente bisogna confrontarsi con tante realtà differenti, bisogna risultare diversi rispetto ai concorrenti, altrimenti si scatena soltanto la guerra dei prezzi al ribasso, a discapito della qualità del lavoro.
Con quanta frequenza aggiorni il blog? E come trovi gli argomenti?
Ad essere onesto sono un po’ indisciplinato, non ho un piano editoriale, anche se molti mi sgridano. Tipicamente pubblico un post a settimana, parlo anche degli eventi a cui partecipo e delle interviste che mi vengono fatte; anche se rischio di andare fuori tema.
In ogni modo con un po’ di creatività ogni giorno ci sarebbe qualcosa da dire, anche solo aneddoti che sono capitati al lavoro, problemi risolti, la foto con un cliente o la nuova vernice che è uscita.
Se si prende l’abitudine di utilizzarlo come se fosse un diario ogni giorno ci sarebbero argomenti nuovi.