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Localjob intervista Adamo – Fatture in cloud per micro imprese

Continuiamo le interviste nel mondo delle startup che offrono servizi B2B. Oggi parliamo con Riccardo Barbotti, CEO di Adamo, incubata all’interno di I3P, Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino.

Adamo è una piattaforma gestionale online pensato per facilitare freelance e piccole imprese. Permette di gestire la propria attività, in particolare fatturazione, contabilità, magazzino e molto altro tutto in cloud.
Scopriamo qualcosa di più sulla loro startup e il loro rapporto con il mondo delle piccole e medie imprese.

Qual è la tipologia di aziende/professionisti a cui vi rivolgete?

In generale sono micro imprese che hanno bisogno di un software semplice per gestire clienti e fatture. La storia di Adamo è nata dall’esigenza di un arredatore che non trovava nessuno strumento utile per gestire i suoi clienti; la maggioranza dei nostri clienti sono quindi arredatori, ma abbiamo anche molte imprese edili e piccoli web master.

Riccardo Barbotti e il team di Adamo

Riccardo Barbotti e il team di Adamo

Tra i servizi che offrite quali sono i più richiesti dai vostri utenti?

Offriamo due tipologie di pacchetti: il pacchetto base -che offre servizi di fatturazione e contabilità- e quello avanzato -che permette di gestire anche magazzino e contratti con i fornitori-.
Il servizio di fatturazione è quello più utilizzato, essendo il core di Adamo, ma sta avendo molto successo anche la seconda offerta per la gestione delle commesse. Si tratta del coordinamento di tutto il flusso partendo dal preventivo fino ad arrivare alla fatturazione e alle scadenze di pagamento, passando per il contratto, la vendita, il magazzino e la consegna.
Il nostro obiettivo è cercare di rendere semplice e colorata una parte del lavoro dell’imprenditore che potrebbe risultare noiosa.

Come si comporta il vostro target di utenti con i strumenti cloud? Sono propensi ad utilizzarli?

Notiamo sicuramente una resistenza verso gli strumenti cloud da parte degli imprenditori dai 45 anni in su. C’è una mancanza di fiducia, preferiscono ancora i vecchi software. I loro dubbi principali riguardano la sicurezza dei dati e l’assenza di uno spazio fisico dove sono collocati.
I più giovani, che si affacciano ora al mondo dell’imprenditoria, dimostrano un interesse crescente verso questi strumenti, cominciano a sentirne l’esigenza e capiscono che in realtà questa modalità di conservazione dei dati gli garantisce una maggiore sicurezza.
Attualmente un 30% degli imprenditori si sta affidando a strumenti cloud, ma è una percentuale in rapida crescita.

Come ho chiesto anche a Nabil Arafin di Awhy qualche settimane fa, come fate a trattare con aziende più grandi? Vi capita di non essere presi sul serio?

Capita quotidianamente, percepiamo una mancanza di fiducia in quanto startup, perché siamo giovani, perché l’azienda è composta da poche persone o perché non abbiamo uno storico aziendale. Non solo da clienti ma anche da partner per possibili collaborazioni, dopo aver mostrato interesse a collaborare ho ricevuto molti rifiuti una volta scoperto che siamo una startup. Noi lo riteniamo un punto di forza, inizialmente cercavamo di nasconderlo, spacciandoci per un’azienda più grande, poi abbiamo cambiato approccio, ora lo diciamo subito, ma dal nostro modo di lavorare capiscono che si tratta di un’azienda seria.

Progetti futuri? C’è qualcosa di importante in cantiere?

A livello funzionale abbiamo una lista infinita di cose che vogliamo implementare, la più interessante è la possibilità di accettare ed effettuare i pagamenti direttamente da Adamo.
Come organico l’idea è quella di far crescere il team. Da due persone siamo già diventate 3, abbiamo assunto una ragazza che si occupa della comunicazione.
Infine siamo alla ricerca di un finanziamento che ci permetta di migliorare la nostra strategia di marketing.